Ci parla di neve, la lettera del nostro diciottenne che da solo si avvia verso un viaggio nella Lapponia Finlandese. Mentre fuori dalle nostre finestre il paesaggio si imbianca, proviamo a immaginare il crepuscolo invernale che non finisce mai in quella terra magica.

Il mio viaggio comincia come tanti altri viaggi possono cominciare. Guido la mia adorata macchina fino a Malpensa, terminal 1, e fatico a liberarmi delle amorevoli raccomandazioni che mamma mi snocciola insistentemente con quell’espressione fintamente preoccupata e seriamente affettuosa. Finalmente posso fare il mio check-in in pace e mostrare al mondo che io sono uno che in queste cose ci sa fare… […]

Lapponia:

Bisogna essere lì, bisogna provare a camminare da soli, al buio, nella notte artica, quella infinita… quella che quando sei lì non sai che ore sono e non sai dove sei, perchè se ti guardi a destra vedi solo infiniti alberi stracarichi di neve e se ti guardi a sinistra vedi infiniti alberi stracarichi di neve e se guardi in alto vedi delle sfumature blu grigie rosa arancioni nere rosse bianche e non sai, non capisci da che parte potrebbe trovarsi il sole, perchè il sole non c’è. Non si fa mai vedere, non esce mai dal suo rifugio, l’orizzonte, e sembra sempre che sia tutto nuvolo anche se a volte può capitare che il cielo sia sereno.

Bisogna provarla una cosa del genere per poter apprezzare tutte le altre cose del mondo. Sei in mezzo all’infinito. Poi se sei in sella ad una motoslitta è ancora meglio… perchè ti muovi dentro l’infinito, gli vai incontro, cerchi di afferrare una cosa inafferrabile, e la lotta impossibile non fa altro che aiutarti a capire che sei solo una minuscola motoslitta, e non puoi assolutamente niente contro l’infinito della tundra lappone, contro dio.[…]

Me ne sto andando. La valigia è chiusa, alla mia destra. Non mi sono mai sentito così triste… lo so, lo dico tutte le volte. Gli ultimi viaggi della mia vita, diciamo dalla prima Finlandia in poi (quindi da quattro anni), sono stati meravigliosi per questo. Ho capito quale deve essere lo scopo di un viaggio. E’ un po’ che vivo della rendita di Oscar Wilde ” Un viaggio non è scoprire nuove terre, ma avere nuovi occhi”, ma in realtà il concetto è generale e credo che alla fine ognuno si debba scoprire il suo (che poi cambia nel corso del tempo). Lo scopo dei miei viaggi, d’ora in poi, sarà di riempirmi di desideri.

 

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Nuccia Faccenda

Personal Travel Assistant
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