Se Hemingway fosse ancora vivo potrebbe tornare a Cuba. Detto fuor di metafora, da venerdì 16 gennaio per i turisti statunitensi è diventato più facile andare in vacanza in quella che, fino a 50 anni fa, è stata loro meta d’elezione. E potranno, così come facevano i loro nonni, ripartire verso casa dall’aeroporto José Martin dell’Avana carichi di sigari e rum. La Bodeguita del Medio rivedrà presto centinaia di yankee a cui servire i migliori mojito dell’isola.
Una normalizzazione ormai annunciata: coerentemente con quanto promesso lo scorso dicembre dai presidenti Barack Obama e Raúl Castro, le restrizioni cominciano ad affievolirsi. L’embargo, sia chiaro, resta, ma un pezzo di quel muro eretto per cinque decadi tra l’isola caraibica e la grande potenza mondiale, è definitivamente crollato.
Le regole appena entrate in vigore prevedono che ai cittadini americani venga consentito l’ingresso a Cuba e senza dover richiedere preventivamente una speciale autorizzazione da parte del governo, in base a un elenco di 12 motivazioni (per legami familiari, giornalismo, salute, ricerca, religione, congressi, sport e così via). E anche se il turismo non viene esplicitamente citato, è evidente che le maglie si siano molto allargate soprattutto in considerazione del fatto che le compagnie aree e le agenzie di viaggi non dovranno più richiedere licenze speciali.
Non solo. Ai viaggiatori è permesso utilizzare le proprie carte di credito e acquistare souvenir per un valore fino a 400 dollari, di cui 100 tra alcol e tabacchi. Infine è consentito agli americani l’invio di 2mila dollari ogni tre mesi (contro i 500 di prima).
(da: L’Agenzia di Viaggi)
Certamente queste nuove opportunità cambieranno, anche se non in breve tempo, molti aspetti del turismo sull’isola. Ci si sta attrezzando per offrire un maggior numero si sistemazioni alberghiere e di qualità superiore.
Per chi desidera cogliere l’atmosfera unica di Cuba, forse sarebbe meglio affrettarsi per cogliere quell’essenza..