Siamo nel deserto all interno di El Quseir, in Egitto. Sulla jeep siamo in 9, noi tre e alcuni ragazzi che sono al Radisson con noi. Non é la prima volta che partecipo ad escursioni del genere, la guida, un egiziano preparato e simpatico racconta un po’ di cose..
A un certo punto presenta l’autista e inizia a raccontare alcune usanze del luogo legate alla religione. Lui vuole essere divertente e di solito la cosa funziona, si fanno battute sulle mogli numerose e via dicendo.
Questa volta però noto subito che nessuno ride, nessuno vuole sapere di più e lui riprende le spiegazioni di rito.
Poi ci troviamo davanti a una piccola moschea improvvisata dai beduini, lui parla ancora della religione, delle preghiere di chi è più o meno osservante… Siamo tutti lì in piedi davanti a lui, zitti. A un certo punto chiede: Avete domande?
Nessuno fiata.
Qualcosa é cambiato. Ho sempre sentito domande da parte dei turisti, curiosità da soddisfare, magari con qualche risata, questa volta, no. Come se si preferisse soprassedere..
L’avventura comunque continua, con le moto, a dorso di cammello, con una organizzazione perfetta, tanta cura e una bella atmosfera suggestiva e rilassata.
Dopo la cena e le danze, riprendiamo la via del ritorno, a un certo punto nel buio totale del deserto, la Jeep si ferma e noi scendiamo, ci stendiamo per terra con la faccia rivolta verso un cielo incredibilmente stellato, in silenzio. Ognuno con i suoi pensieri, la meraviglia negli occhi e un profondo senso di pace e di comunanza con quella terra arida che ci abbraccia calda.
