Il racconto di Alessandro
La chiamano “one happy island”, l’isola caraibica dove il sole splende tutto l’anno, riparata dalle tempeste tropicali, che non conosce giornate grigie. Ci siamo stati a luglio, periodo non proprio ideale per andare ai Caraibi, eppure le cupe nuvole che spesso percorrevano a gran velocità quel cielo terso, se ne andavano senza scaricare una sola goccia di pioggia, spinte dagli alisei. Il vento rinfrescava in maniera costante il clima altrimenti troppo caldo e afoso, rendendo davvero piacevoli sia le giornate al mare, che le escursioni anche nelle ore più calde del giorno.
Con un clima di questo tipo come si fa a non svegliarsi ogni mattina col sorriso già stampato sul volto? Bene, se poi a questo aggiungiamo che gli abitanti del posto trasmettono una serenità inspiegabile, sembrano avere un innato animo calmo, piacevole, pacifico, ed una naturale attitudine al sorriso e alla ospitalità, allora davvero iniziamo a pensare di essere capitati sull’isola della felicità.
Abbiamo scelto sistemazione presso il Manchebo Resort, una struttura tipicamente arredata nello stile locale, orgogliosamente eco-friendly, affacciata su Eagle Beach, lunghissima spiaggia caraibica di sabbia bianca e mare cristallino, con una caratteristica in più: i nidi recintati e super protetti delle tartarughe marine, che scelgono questo posto incantato per depositare le loro uova.
L’isola della felicità è veramente a misura d’uomo. Con una facilità estrema ed in tutta sicurezza abbiamo girato a piedi, in autobus, in taxi, abbiamo fatto abbonamenti ai bus urbani, ci siamo attardati di notte fra le luci di Palm beach con i suoi numerosi locali in stile americano, abbiamo visitato la capitale sul tipico tram a rotaia, abbiamo camminato nelle vie più interne della coloratissima Oranjestad, conosciuto persone davvero simpatiche, ascoltato storie appassionanti sulla vita del posto, e imparato anche qualche parola in Papiamento, la lingua madre dell’isola, proveniente dall’etnia creola.
Immancabile l’escursione alla fabbrica di Aloe, curata molto bene con una guida che ci ha portato prima nelle piantagioni, spiegandoci sin dall’antichità l’evoluzione dei processi di coltivazione e lavorazione dell’aloe, e poi all’interno della fabbrica dove si possono ammirare le più moderne tecnologie di produzione di cosmetici, saponi e prodotti a base di aloe.
Non volevamo assolutamente perdere l’esperienza del sottomarino Atlantis, che ti porta ad ammirare in profondità la fauna marina, relitti di navi e scorci di vita sotto la superficie dell’acqua.
Indimenticabile anche la giornata passata sulla costa est dell’isola, dove è necessario lasciare la strada asfaltata per addentrarsi all’interno del selvaggio Arikok National park. Qui si presenta un panorama del tutto diverso, a tratti quasi marziano, che si alterna fra pianure selvagge e alberi di divi-divi, con scogliere a picco sul mare e onde che si infrangono con violenza sulle rocce. Una natura impervia che offre uno spettacolo del tutto inaspettato, lasciandoti irrequieto, emozionato, senza fiato.
Aruba è tutto quello che si può desiderare in una vacanza: divertimenti e shopping, mare e relax in un paradiso caraibico, natura selvaggia e avventure emozionanti. Possiamo dire di essere tornati a casa arricchiti spiritualmente, con quel qualcosa in più che un viaggio molto lontano deve lasciarti dentro, per affrontare con la giusta carica la vita quotidiana… fino alla prossima vacanza, con la voglia di partire di nuovo, di scoprire, viaggiare, imparare altre cose, con un sorriso che rimane.