Chi ha letto Hemingway o anzi, come me lo adora, è soprattutto viaggiando nei tre paesi che amava che si sente vicino a lui e “dentro” ai suoi romanzi. Viaggiamo con lui nell’Africa di “Vero all’alba” o “Verdi colline d’Africa”, attraverso la Spagna di “Morte nel pomeriggio” o “Un’estate pericolosa” o nella Cuba in cui ha vissuto, quella de “Il vecchio e il mare” o di “Isole nella corrente” .
L’Africa di Hem è un’Africa dura, vera, affascinante e spietata, meno romanzo e più vita , una sfida eterna, un’attrazione fatale. E c’è la bellezza, il divertimento del safari, c’è l’odore e il sapore del paese. Ci sono gli amici e c’è la sensazione che in quel luogo il tempo non abbia importanza. Il mondo dell’Africa è raccontato “con precisione e verità” ma anche con una grande passione per la gioia della vita in quei luoghi.
Spagna e Fiesta
La Spagna è il paese che oltre al suo Hemingway ha più amato, la passione e il gusto di attraversarlo emerge ad ogni pagina di “Un’estate pericolosa”, l’itinerario narrato ci rende partecipi dei panorami, dei cibi, degli eventi con un realismo poetico senza pari. Dopo aver letto “Morte nel pomeriggio” in cui si parla di corride, metafora della vita con dettagli e istruzioni (pure un glossario) quasi da guida turistica, sapremo tutto sui toreri che sono i soli secondo Hem, a vivere la vita perchè la vivono pericolosamente . ” La vita è come un’arena piena di toreri in cui lo scontro con un toro sembra non arrivare mai. Un eccesso di precarietà incessante che sperde per ogni dove i sui semi.” (Fiesta). Non occorre essere fan delle corride per amare la Spagna di Hemingway..
Cuba:” Un dajquiri al Floridita un mojito alla Bodeguita”
Il mare di Cuba è quello de “Il vecchio e il mare” e camminare per le strade dell’Havana cercando il Floridita è un’emozione pazzesca. Al Floridita c’è lo sgabello su cui Hem usava sedersi, ci sono le sue fotografie e c’è il daiquiri, anzi il frozen-daiquiri. Il locale è suggestivo, pieno di ricordi e di gente matta come me che va in estasi portando il daiquiri alle labbra e cercando di catturare ogni particolare..e poi.. poi si va all’ hotel Ambos Mundos, dove lo scrittore ha vissuto. Sull’escensore di ferro battutto bianco chiedo: “questo è proprio l’ascensore..quello che ha preso Luiii!!?” Quasi mi sento male! Ma su sulla terrazza all’ultimo piano con in mano un mojito, mi riprendo, guardo i tetti dell’ Havana, nelle orecchie musica, in testa le pagine di “Isole nella corrente” l’ultimo libro che mi ha fatto piangere.
Manca solo la” Bodeguita del medio“, piccolo locale super affollato nel cuore della città vecchia, magnifico..e qui bisogna assaggiare un altro mojito…Cuba, l’Havana sono fantastiche per mille motivi, ma per chi ha amato e ancora ama Papa Hemingway a Cuba c’è molto molto di più.
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